Nel 1996 nasceva al Centro diurno del DSM Basaglia dell’ASL TO2 un programma terapeutico e riabilitativo attraverso la pratica sportiva rivolto a persone affette da gravi patologie psichiatriche che in pochi anni dava vita alla nostra Società Sportiva, la A.S.D. ”Cuore Matto”, in cui sono presenti utenti/atleti, alcuni operatori del Centro di Salute Mentale e numerosi atleti o ex atleti provenienti da diverse società sportive (senza competenze specifiche o familiarità iniziale con il disagio psichiatrico).

Cuore Matto rappresenta il punto di arrivo di un percorso di oltre vent’anni in cui il programmaterapeutico/riabilitativo del centro diurno ha posto in primo piano anche lo sport come mezzo per favorire la crescita personale, l’autonomia e la piena integrazione delle persone con un disagio psichico.

Per storia e cultura l’associazione Cuore Matto ha sempre promosso attività sportive di gruppo (basket e calcio) ma, dopo alcune riflessioni nate dall’incontro con l’associazione “Luovodicolombo”, si è pensato che alcuni pazienti potessero trarre giovamento da un’attività sportiva individuale, nello specifico il tennis.

Complessivamente partecipano ai programmi sportivi di Cuore Matto una cinquantina di persone, fra basket, calcio e tennis. Le squadre di basket e calcio partecipano stabilmente a due circuiti: gli atleti con un alto livello di autonomie e competenze alla lega Pallacanestro UISP (Campionato regionale), quelli con maggior difficoltà al programma internazionale PLAY UNIFIED di Special Olympics (SO); mentre a livello individuale i tennisti partecipano al programma SO e al campionato FISDIR.

Volontari e operatori nel corso degli anni hanno affrontato un percorso delicato per far accettare la patologia psichiatrica nello SO Italia, prima nei tornei italiani ed ora anche nella squadra nazionale, poiché nel nostro paese sembrava non esserci spazio per questo tipo di patologia al di fuori dei circuiti appositamente creati dai DSM. La storia sembrava ripetersi, non adatti allo sport “normale” né a quello “speciale”. Solo dall’ultima edizione delle paraolimpiadi anche il C.O.N.I. consente la partecipazione dei nostri atleti, facendo spazio anche al disagio mentale.

Questo sicuramente è fra i motivi che ci hanno spinto a cercare di vedere riconosciuto a tutti i livelli il “nostro” diritto più ampio di cittadinanza, diritto di scelta, possibilità di praticare lo sport non solo in microuniversi creati ad hoc, ma soprattutto diritto di fare sport ovunque le capacità e i desideri lo consentono. Una forte spinta a riaprire gli orizzonti segnati dalla patologia o dalla cultura psichiatrica ed a dialogare per farci conoscere e riconoscere dagli altri soggetti protagonisti del panorama sportivo nazionale ed internazionale.

Gli ultimi anni di attività sono stati ricchi di risultati positivi anche dal punto di vista sportivo: Il campionato regionale UISP “Sportivamente” per il calcio, mentre l’attività di pallacanestro ha conseguito ottimi risultati su più livelli. Sul piano dell’ampliamento dell’attività si è riusciti finalmente a formare una squadra femminile unificata (composta da atlete disabili e normodotate) che partecipa insieme alla squadra maschile al torneo “Special basket di pallacanestro”, classificandosi entrambe prime nelle rispettive categorie.

Dal 2013, quindi, ha preso vita la realizzazione del progetto di piena integrazione sportiva, con la creazione di una squadra di basket integrato, che partecipa ai normali campionati nazionali dilettantistici, uscendo dai circuiti protetti dello sport per disabili.

La partecipazione costante di tre squadre ai giochi nazionali Special Olympics ha portato alla conquista di vari titoli iridati. Numerosi atleti hanno fatto parte della nazionale italiana ai campionati europei e ai mondiali.

Come ultimi eventi segnaliamo la partecipazione di due atleti ai mondiali di Abu Dhabi 2019, senza dimenticare:

  • La partecipazione dal 2012 di 2 squadre ai tornei di calcio unificato, maschile e femminile.
  • L’avvio di un’attività individuale, con caratteristiche tali da consentirci di ampliare e graduare l’intervento, col tennis e la partecipazione di 3 atleti ai campionati nazionali ed internazionali.
  • La partecipazione annuale alla settimana europea del Basket Special Olympics, alla Maratona di Theleton e a diversi congressi nazionali ed internazionali sullo sport come prevenzione primaria (Convegno “Modelli e valori nello Sport”) e come parte del progetto di inclusione sociale e lotta allo stigma.

In particolare, dando diffusione ai risultati della pratica sportiva rispetto al raggiungimento di obiettivi su: cooperazione, controllo, capacità di concentrazione, estensione dei risultati ai compiti quotidiani, gestione di ansia e stress, i cui dati hanno confermato che la pratica sportiva ha dimostrabili ricadute sull’ampliamento delle potenzialità individuali e sull’acquisizione stabile di queste competenze (Vercelli, Trabucchi).

Le nuove sfide, gli orizzonti aperti generano nuove aperture: dalla cura alla prevenzione.

Grazie al passaparola creatosi con l’impegno che in questi anni abbiamo messo sul nostro territorio cittadino, abbiamo ricevuto la richiesta di inserire all’interno delle squadre di basket e calcio alcuni soggetti minorenni, e/o giovani adulti, con una storia di disagio che si manifestava attraverso una chiusura sociale importante (abbandono scolastico e delle attività sportive, riduzione della rete dei pari) e in cui l’agenzia inviante intravedeva la possibilità di un esito psicopatologico importante.

L’inserimento graduale all’interno delle attività sportive (non connotate dal disagio e dalla malattia), la mancanza di richieste prestazionali finalizzate esclusivamente al risultato, la creazione di una rete di supporto fatta di pari (compagni di squadra, volontari) e di professional (educatori, psicologi-psicoterapeuti), la ricerca di un continuo lavoro di rete con la famiglia, con i servizi invianti (in questo caso la Neuro Psichiatria Infantile) e con la scuola, hanno prodotto dei risultati: alcuni dei soggetti in questione hanno ripreso il percorso di studi, hanno ricontattato, costruito ex-novo e/o ricostruito una rete sociale di pari importante sia per il tempo libero sia per facilitare la strutturazione di una personalità sufficientemente sana, e pur rimanendo alcune difficoltà relazionali e alcune fragilità psicopatologiche, si sono evitati interventi farmacologici massicci.

Dopo lo stop forzato delle nostre attività a causa della pandemia da Covid-19 siamo tornati, con lo stesso entusiasmo che ci contraddistingue da ormai 25 anni: tanti Cuori, che battono in un’unica anima!